Andreas danza leggero sulle rovine del San Pio X. Anzi, più con leggiadria che con leggerezza quasi a voler significare la cedevolezza degli avversari milanesi che, in verità, alla vigilia avevamo descritto come un "babau" in grado di fare davvero paura (d’ altronde con Robbio e Luino così era stato).

Invece, ed è verissimo, spesso il diavolo non è brutto come lo si dipinge e, nella circostanza, quello milanese è apparso nelle vesti stanche, affaticate, annoiate, certamente mollissime.

E demotivate, fortemente demotivate. Insomma, gli abiti di un diavolaccio poco combattivo e oltremodo depresso da una domenica grigia, fredda e piovosa.

Dall'altra parte del campo invece i nostri ragazzi. Loro sì ancora arrabbiati.

Loro sì al top delle, tante, motivazioni. Quelle buone per cancellare una volta di più le "pappine" prese da Luino. Quelle per manifestare tutta la vicinanza del gruppo-squadra a due grandissimi amici come "Codaz" Codari e "Mapo" Mapelli che, in questo momento, sono alle prese con qualche disagio fisico.

Così, tra un giro di rumba vorticosa e una tranquilla passeggiata, il nostro Andreas Rinke, 16 punti con il 77% dal campo, prende per mano il nostro gruppo, seleziona sempre la giusta andatura, mette in ritmo tutti i compagni (8 assist), prende 5 rimbalzi e corre via facile fermandosi, si fa per dire, solo quando gli sale, prorompente, il desiderio di scrivere il suo nome a referto, chiudendo la gara con un rotondo +30 di plus/minus.

Il tutto inserito in una giornata di pallacanestro divertente in attacco e ispida quel tanto che basta in difesa. Andreas però si esprime bene anche quando ha in mano il metronomo e impartisce le cadenze corrette alla squadra. Insomma: una prova di alto livello corredata da cifre più che interessanti ma, quello che più conta, da un'armonia di gioco che scatena sensazioni positive in chiave futura. Già, il futuro.

Quello impersonato da Pavia che, diavolo vero, bussa già alle porte del PalaParma.