INTERVISTA ALESSANDRO POLETTI
Se la nostra squadra quest’anno gioca meglio, ha più “senso” tecnico e tattico e tiene meglio il campo è “anche” merito di Alessandro Poletti.
Ma se, al di là del corredo genetico e delle doti regalate da madre natura, corriamo di più, saltiamo di più, scattiamo in avanti di più, se dimostriamo maggior atletismo è “solo” merito di Alessandro.
E’ questa dicotomia a rendere preziosissima la figura di Alessandro Poletti, membro del nostro staff tecnico, che si divide infatti tra il ruolo tecnico come secondo assistente di coach Roberto Beneggi (il primo assistente è Umberto “Le Roi” Pozzi) e quello di brillante preparatore atletico del nostro gruppo.
Ed è proprio grazie a questa visione d’insieme che con “Polez” cerchiamo di tracciare un bilancio sul momento attuale della nostra stagione che ormai si avvicina a grandissimi passi verso le fasi decisive.
<Il nostro momento? Tutto sommato, abbastanza buono e – dice Poletti -, sarebbe sbagliato oltre che ingiusto, addossare delle colpe alla squadra per un paio di sconfitte subite contro squadre – Gorgonzola e Novate - che nelle specifiche gare mi sono sembrate leggermente, ma sottolineo solo leggermente, più in palla di noi. Tant’è vero che contro Gorgo abbiamo toppato gli ultimi tre possessi sui quali loro hanno fatto un “brekkino”, mentre contro Novate, dopo 3 gare durissime, di alto livello tecnico e fisico e ravvicinate siamo arrivati un po’ cotti pagando le rotazioni ridotte soprattutto sotto canestro. Tra l’altro in un periodo in cui, per la programmazione in vista dei playoff, avevamo deciso di alzare un po’ i carichi di lavoro per cercare di mettere “benzina” nel serbatoio dei ragazzi. Però, al netto di qualche problema nel roster e di un periodo non brillantissimo,
un paio di stop contro avversarie qualificate sono comprensibili e vanno accettati con filosofia, soprattutto da un gruppo come il nostro che è di nuova costituzione e, come dice sempre coach Beneggi, per crescere deve passare per forza attraverso qualche “stecca”>.
Che considerazioni ti senti di fare in generale sull’annata?
<Come staff tecnico siamo certamente soddisfatti perché nonostante le difficoltà iniziali siamo riusciti a dare una linea da seguire ad un gruppo molto rinnovato in termini tecnici, tattici e gerarchici. Come ricordavo, dopo un approccio reso complicato da problemi fisici, assenze e allenamenti con ritmo relativo, abbiamo trovato la strada da percorrere e per almeno quattro mesi la squadra ha prodotto prestazioni di livello elevatissimo vincendo tanto e mettendo in mostra un basket gradevole ed equilibrato. Certo, col senno di poi vien facile aggiungere che avremmo potuto fare di più e conquistare quei 4-6 punti - leggi Sedriano e Settimo nella prima fase o la trasferta a Gorgonzola nella seconda -, che ci sono sfuggiti di mano per episodi malevoli. Però, l’intera stagione va riportata ad un punto di obiettività e, di conseguenza, sottolineare che l’obiettivo indicato dai dirigenti – raggiungere i playoff -, non è mai stato in discussione. Anzi, da questo punto di vista è giusto evidenziare i meriti di un gruppo che si è mantenuto costantemente verso la metà alta della classifica e, calendario e scontri diretti alla mano, anche il sesto posto attuale è certamente suscettibile di miglioramenti>.
A distanza di nove mesi dal primo raduno, quale pensi sia il vero punto di forza della nostra squadra?
<Snocciolandoli uno ad uno potrei dire: disponibilità al lavoro, passione e impegno profusi in allenamento, attenzione e concentrazione sempre a livelli adeguati, attaccamento al progetto proposto, voglia di sacrificarsi. Ma se dovessi riassumere tutte queste qualità in poche parole direi: forza e compattezza del gruppo perché certi risultati si ottengono solo grazie ad un nucleo coeso e pronto a condividere le cose che contano in allenamento. In quest’ottica valga, per tutto ciò, una “fotografia”: l’allenamento di grande intensità che abbiamo fatto a Pasquetta al quale si sono presentati tutti e, aggiungo, pronti a “mettere la gamba”. Per noi dello staff il comportamento molto positivo palesato dai giocatori ha rappresentato un momento davvero gratificante>.
Hai lavorato per un paio di stagioni con coach Andrea “Ciro” Ferrara e, adesso, sei con coach Roby Beneggi. Per te “giovane allenatore in formazione”, immagino si tratti di importanti “aggiornamenti”, giusto?
<Esatto – risponde Alessandro -. Premetto che stiamo parlando di due eccellenti tecnici, dotati di grande competenza e passione ma, è chiaro, con stili di lavoro e di approccio completamente diversi. Ciro è un allenatore che tende ad accentrare e focalizzare il lavoro in palestra sulle sue idee, mentre Roby è più disponibile ad una condivisione del pensiero tecnico con i giocatori e ai ragazzi chiede collaborazione e confronto. Caratterialmente mi sento più vicino a coach Beneggi, ma è vero che da entrambi ho imparato e sto imparando molto>.
Il nostro “Pres” Azario ha dichiarato pubblicamente che la CGold non rientra, per ora, nei suoi programmi: tu come la vedi?
<Al di là del fatto che se conosco il Pres, lo dice per alleggerire la pressione sui ragazzi, la penso esattamente come dovrebbe e “deve” vederla chi si confronta solo con gli aspetti puramente agonistici: vai in campo e lotti allo stremo delle forze per vincere. Sempre. E contro chicchessia. Quindi, il nostro mantra per i prossimi playoff sarà: non capita, ma se capita…>.
Veniamo al tuo rovescio della medaglia: il ruolo di preparatore atletico. Quali sono i punti positivi che vuoi rimarcare?
<Di carica, impegno e mentalità mostrata da parte di tutti ho già parlato. Sotto il profilo individuale mi fa piacere mettere in luce il grandissimo lavoro svolto da Cantarin e Hamadi. Il “Canta”, dopo un anno e mezzo di lavoro ridotto causa covid e mancata partecipazione ai campionati è migliorato tantissimo allenamento dopo allenamento. Giò Hamadi invece si è ripresentato agli allenamenti dell’estate scorsa con la faccia di chi voleva riprendersi un ruolo da protagonista in categoria. Mi ha chiesto un programma di lavoro atletico supplementare e consigli sul regime dietetico-alimentare. Poi, si è messo a lavorare con impegno pazzesco richiedendo il 2000% da se stesso e, bravo lui, producendo in seguito risultati incredibili, confermati da numeri clamorosi sia tecnicamente, sia fisicamente>.
Chi, invece, ha richiesto il 200% della tua attenzione?
<Mike D’Ambrosio ma, poveretto, non per colpa sua. La verità è che i lunghi fanno sempre più fatica dei piccoli e, nel caso di specie, Mike con i suoi problemi alle ginocchia e ai tendini rotulei deve essere sempre trattato con particolare cura perché è un classico giocatore a rischio>.
E, ancora, chi ti ha sorpreso?
<Toia, senza dubbio. Stefano, animato da formidabile abnegazione è stato capace di mettersi alle spalle la sua anamnesi, i suoi infortuni pregressi, le sue “abbondanti” cartelle cliniche e lavorando con scrupolo e determinazione è tornato a calcare il parquet con rendimento e continuità. Insomma: per lui, per noi, per me, si tratta di una scommessa vinta e, a margine, nell’agosto scorso non so quanti avrebbero messo 1 euro sul suo futuro a questo livello>.
E il nostro, di futuro, come lo vedi?
<Bene e soprattutto sereno. L’ambiente è tranquillo, i ragazzi sono seri e affidabili e noi, pure. Ci sono tutte le premesse per chiudere bene la stagione, piazzarci in alto nella griglia-playoff e, a quel punto, sarà solo bello esserci e accettare la sfida>.