“Al mio segnale scatenate l’inferno…”

Non ho ancora capito bene a chi tocchi il celeberrimo ruolo di Massimo Decimo Meridio, ma una cosa è sicura: chi ha pensato a questa formula per il campionato di CSilver, e più ancora per quello di CGold, è un killer, ma geniale.

Infatti, nel giro di tre sole partite, tutti hanno capito che quella in corso non sarà una semplice, sottolineo semplice, fase di qualificazione ma molto, molto di più.

Sarà un lunghissimo torneo ad eliminazione diretta perché tutti quanti in ognuna delle 16 partite in calendario avranno qualcosa da giocarsi e, non di meno, qualcosa da perdere.

Evidenzio l’aspetto “qualcosa da perdere” perché dopo un’attenta lettura dei risultati e dell’andamento delle partite, e dopo aver raccolto le considerazioni offerte da vari allenatori e addetti ai lavori, emerge un dato di fatto: tutti hanno  accantonato la spensieratezza della prima fase e scendono in campo attanagliati da una “fifa blu” ovvero in preda ad uno status mentale che, paralizzando mani e muscoli, mal si concilia con la voglia di correre a briglia sciolta e proporre giocate spettacolari.

Noi di WIZ, dopo un avvio di seconda fase disputato al grido di “10 piani di morbidezza”, ce ne siamo accorti sia a San Pio X° sia, massimamente, sabato scorso in quel di Gorgonzola in una gara nella quale Zennaro e soci sembrava fossero più paralizzati di noi. Sia noi che quelli di Gorgo abbiamo dato vita ad un “possesso mio, possesso tuo” che ci ha portato fino in fondo in grandissimo equilibrio. Una sorta di gioco del cerino acceso nel quale, questa volta, è toccato a noi scottarci le dita.

Ma i risultati delle prime giornate rendono chiarissimo il concetto: già diverse squadre di alta gamma hanno riportato ustioni più o meno gravi. 

Quindi, concretamente, il segnale è già scattato perché l’inferno è già qui, tra noi, e l’importanza del risultato – sia esso una vittoria o una sconfitta da gestire con cura in vista degli scontri diretti -, copre, o per meglio dire soffoca ogni altra pulsione spingendo tutti i protagonisti verso un atteggiamento fin troppo cauto perché, mai come oggi, ogni pallone andrà posto sulla bilancia e “pesato”.

Insomma, per dirla con una famosa frase di Boscia Tanjevic: “Tu stai giocando con buco di c…o che morde tua mutanda”

Alè, oò, oò…