Francesco "Ciccio" Magugliani come Tex Willer.

Mattia "Mapo" Mapelli come Kit Carson, il suo "pard"

Ciccio piazza una tripla, poi prende il cordino dei pantaloncini e seguendo le indicazioni di Mapo lo fa girare come fosse un lazzo.

Esultanze strane, del resto che vuoi fa’: "so’ ragazzi".

<Durante uno dei primi allenamenti stagionali - rivela Magugliani -, il buon Mapo mi dice: "Oh Ciccio, visto che hai un tiro da 3 punti più che decente, quando tripleggi ricordati di girare il cordino e dedicarmi una tripla. Ovviamente detto e fatto anche se non proprio subito perchè, a questo livello, ogni possesso è importante e mica posso fare lo stupido, tirare a caso o fuori dalle logiche del nostro gioco. Anche perchè, altrimenti, coach Beneggi e i miei compagni mi fanno shampoo e balsamo nel giro di pochi secondi>.

Eccolo qui, auto-spiegato in poche parole, il nostro Francesco Magugliani, classe 2003, ala grande di 201 cm., che insieme a Spini, Scordamaglia e Leoni compone la pattuglia dei giovani aggregati e, nel suo caso, ben inseriti nelle rotazioni predisposte dal nostro allenatore.

<Devo molto a coach Beneggi - continua Francesco - e se sono in WIZ è anche grazie alle parole con cui l'estate scorsa, in uscita da Robur Varese, Roberto mi convinse a scegliere Basket Legnano '91.

Beneggi in quella circostanza mi promise poche cose: tanto lavoro in palestra per migliorare e, in relazione al mio impegno e al mio atteggiamento, minuti di gioco tutti da guadagnare in un contesto importante avendo davanti giocatori già esperti e di alto livello. Un discorso assolutamente sincero, senza fronzoli e privo di inutili promesse: prendere o lasciare.

Naturalmente, ho preso e oggi sono in WIZ contento della mia scelta anche se, ovviamente, rispetto all'ultima stagione in Robur Varese è cambiato tutto. A Varese, in un gruppo costruito e allenato con taglio giovanile, giocavo tantissimo prendendomi tante responsabilità. Qui a Legnano minuti di gioco e opportunità sono centellinati, ma in WIZ, allenamento dopo allenamento e gara dopo gara, sto imparando a giocare di squadra in un sistema preciso, quindi molto diverso da quello roburino, decisamente meno definito. Insomma: qui sto imparando a giocare la vera pallacanestro delle squadre senior, ovvero rispettando ruoli, gerarchie e tempi di esecuzione. Anche se, lo ammetto, gli inizi sono stati davvero duri da masticare e metabolizzare>.

Cosa pensi della nostra stagione così altalenante?

<Come ha già detto più volte il "Pres Azario", la nostra squadra è andata in "down" dopo il grave infortunio capitato a Cantarin che, è verità, rappresentava la pietra angolare del nostro modo di stare in campo. Poi, oltre all'assenza del "Canta", abbiamo sofferto anche quelle di Battilana e Riboli e anche l'inserimento di Marusic ha richiesto attenzione e ulteriori adeguamenti. Di fatto la nostra squadra in corso d'opera è notevolmente cambiata e solo da qualche settimana, grazie al recupero di alcuni infortunati, stiamo pian piano costruendo altri equilibri tecnici, tattici, ma soprattutto mentali>.

Mentali, in che senso?

<E' molto semplice: dopo un confronto in spogliatoio siamo usciti compatti, carichi e pronti a confermare una banale verità: noi siamo solo quello che dimostriamo sul campo e, non a caso, proprio nelle gare di Coppa Italia abbiamo messo in vetrina le nostre qualità e potenzialità prendendo consapevolezza di un aspetto: siamo quello che dice il parquet. Le altre considerazioni sono solo sciocchezze senza senso. Quindi, con queste premesse, siamo prontissimi per affrontare Robbio in una gara che, del trittico di chiusura che comprende anche Cerro e la trasferta a Casorate, è senza ombra di dubbio la più importante per la classifica e il nostro futuro nella prossima post-season. A Robbio, in una gara da vincere a tutti i costi contro una squadra buonissima, di talento e con grande esperienza avremo l'occasione di dimostrare che le chiacchiere stanno a zero>.